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Via i consigli di amministrazione nelle società controllate della Regione e direttori generali a capo di enti e consorzi, con alcune specifiche che riguarderanno le diverse tipologie. Queste le decisioni assunte dalla commissione Autonomia e Riforme del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Maninchedda (Psd'Az), in linea con l'esito dei referendum del 6 maggio scorso contro i costi della politica.
 
Tra i principi definiti anche l'evidenza pubblica per la scelta dei direttori generali, con il successivo accertamento del possesso dei requisiti prima della nomina. Ora i funzionari del Consiglio riuniranno queste indicazioni in un testo unificato che verrà riproposto in commissione per la votazione definitiva della legge composta di tre articoli, tra i quali quello che dovrà abrogare tutte le leggi che regolano la vita amministrativa degli attuali cda.

Tra le specificità da tenere presente, alcuni casi nei quali non sarà probabilmente possibile avere l'amministratore unico o il solo direttore generale come la finanziaria regionale Sfirs o l'Ersu. Per il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, si è fatto "un altro passo avanti verso le riforme e contro gli sprechi, eliminando la quasi totalità del sottobosco che rappresenta una parte rilevante e spesso sconosciuta dei costi della politica. Per il momento il clima è positivo – spiega Cossa – il Consiglio regionale ha una grande occasione per consegnare ai sardi una Regione più snella e capace di rispondere davvero alle esigenze del nostro popolo".