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La guerra sulla spiaggia. Un esposto alla magistratura (magari di qualche chioschetto concorrente) potrebbe costringere alla chiusura ben 13 baretti su 21 nella stagione invernale. Si tratta di quei manufatti che hanno avuto le autorizzazioni alla ricostruzione dopo l’approvazione del Ppr (piano paesaggistico regionale) e che, norme alla mano, risultano abusivi dal 1° novembre scorso (perché il ppr attuale autorizza sulla spiaggia solo il posizionamento di manufatti amovibili dal 1° marzo al 31 ottobre).

 

Si scopre così che l‘approvazione di questa prima fase del pul (piano utilizzo dei litorali) potrebbe non bastare. Questo perché, nonostante esista ancora la possibilità di un provvedimento “ponte” dell’amministrazione per mantenere i chioschetti in piedi fino all’approvazione definitiva del piano (circa 5 mesi per l’ok della Regione e l’ultimo o del consiglio comunale), sarebbe sufficiente un esposto alla magistratura (magari di qualche baretto “concorrente”), per costringere l’amministrazione a emettere l’ordinanza di demolizione. I baretti potrebbero dunque saltare e rinascere in primavera, com’è accaduto lo scorso anno.

 

“Sembra incredibile ma è così, a causa dei continui rinvii del passato”, ha spiegato il primo cittadino Massimo Zedda, “ma si tratterebbe di demolizioni soft, per effettuare le quali sarebbe sufficiente una gru. Nulla a che vedere coi lavori dello scorso anno”.

 

Zedda, assieme all’assessore all’Urbanistica Paolo Frau e al presidente della commissione Andrea Scano, ha presentato il pul alla stampa. “L'esigenza era quella di fare un qualcosa nella certezza del diritto e dare delle regole ad un intero sistema di utilizzo che rischiava di proseguire senza una precisa regolamentazione”, ha spiegato Zedda, “abbiamo un patrimonio naturale bellissimo che va salvaguardato, nel quale più cose si inseriscono senza criterio e maggiore sarà la mortificazione dei luoghi e la bellezza del paesaggio”.

 

Il punto centrale della strategia di conservazione del Poetto è la ricostituzione del sistema dunale. Attraverso la tutela delle dune si potrà conservare la sabbia in modo naturale.

 

Il piano di utilizzo dei litorali è strettamente connesso con i lavori di riqualificazione del lungomare, attraverso i quali si ricostituirà il cordone dunale “continuo”. I varchi saranno ben definiti lungo una passerella pedonale sopraelevata, e solo attraverso quelli si potrà accedere alla spiaggia (addio all’accesso “selvaggio”) e le dune saranno protette con la piantumazione delle essenze arboree più indicate allo scopo, le cui radici aiuteranno a trattenere la sabbia.

 

 “Questo è un primo ma molto importante passo”, ha spiegato l'assessore Frau che poi chiarito che i baretti “potranno fare quello che hanno sempre fatto fino ad ora, quindi offrire una ristorazione limitata ad alcune tipologie di snack e cibi caldi, senza che diventino dei veri e propri punti di ristorazione”.

 

La conclusione tutta per il presidente della commissione Urbanistica Andrea Scano che punta alla salvaguardia del bene Poetto per le generazioni future ha voluto aggiungere: “Ci vuole grande rispetto per l'ambiente e il lavoro che si fa deve essere coordinato partendo da questo. Noi abbiamo cercato andare di pari passo tra il pul e il progetto di riqualificazione del lungomare senza avere fretta di accontentare le spinte provenienti da categorie o gruppi di cittadini che andassero a scapito del più grande interesse della salvaguardia di un bene ambientale che serve a noi e alle prossime generazioni”.

 

In serata il presidente dell’Autorità Portuale Piergiorgio Massida emette un comunicato per esprimere stupere e amarezza: “Il documento si contraddistingue per un grossolano errore tecnico – amministrativo”, scrive Massidda, “inglobando tra le pertinenze del Comune parecchie aree che sono amministrate dall’Autorità Portuale per conto dello Stato e non ricadono quindi tra quelle comunali. In premessa il PUL afferma coerentemente che queste aree sono di competenza esclusiva dello Stato, e quindi gestite dalle istituzioni preposte, per poi contraddirsi incomprensibilmente nelle conclusioni. Registro inoltre che in questa maniera si stravolgerebbe il Piano Regolatore Portuale, la cui gestazione è durata anni ed è stato approvato dalla stessa amministrazione comunale. È come” prosegue Massidda “se un condomino volesse decidere il mobilio, la disposizione e la destinazione delle stanze del suo vicino di casa, magari senza neanche avvisarlo. Sono sicuro che questo errore verrà corretto visti anche i rapporti di reciproca stima e rispetto che stanno facendo ottenere risultati importanti alle nostre istituzioni”.

 

Secondo l’assessore Paolo Frau si tratterebbe solamente di un “fraintendimento”.