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È la Regione Sardegna la prima classificata nell’indagine sulla qualità e trasparenza dei siti online appartenenti alle pubbliche amministrazioni.

L’analisi è stata avviata dal Governo italiano attraverso un servizio sperimentale chiamato Bussola di trasperanza che consente di elaborare i dati raccolti attraverso il monitoraggio automatico sui siti web.

Il monitoraggio avviene una volta alla settimana e raccoglie le informazioni attraverso un particolare algoritmo di ricerca che verifica la presenza dei contenuti minimi delle linee guida dei contenuti minimi dei siti web delle PA (pubbliche amministrazioni).

I contenuti minimi fanno riferimento a quelle informazioni che le pubbliche amministrazioni devono necessariamente pubblicare sui propri siti web in base ad una serie di norme legge tra cui il Dlgs. 150/2009, il Dlgs. 235/2010, la Delibera CIVIT 105/2010, che contribuiscono a caratterizzare e a rendere effettiva la trasparenza online delle PA.

L’ultimo monitoraggio è del 21 ottobre e ha coinvolto 8718 siti web. In tema di informatizzazione la Regione Sardegna rende noto l’avvio del progetto per la Borsa digitale, un sistema che prevede l’abolizione del formato cartaceo per delibere e altri provvedimenti in vista di una gestione completamente informatizzata del flusso documentale. Il tutto attraverso l’utilizzo di strumenti avanzati quali tablet di ultima generazioni.

Per l’attuazione del progetto si stima una spesa di 300 mila euro, attinti all’asse Società dell’informazione dei fondi POR FESR . Oltre ai risparmi di carta (il progetto E-gov nazionale punta a una riduzione per l’anno in corso di 3 milioni di pagine con un risparmio fino al 90% dei costi di carta e impatto ecologico) si stima una riduzione dei tempi fino all’80% per le pratiche, in particolare di quelle a basso tasso di informatizzazione.

Male invece le classifiche che confrontano i siti delle Province e quelli dei Comuni. Al diciottesimo posto, infatti, la Provincia di Cagliari possiede un sito web con solo il 33,33 % di aderenza ai contenuti minimi mentre il Comune, con solo il 38,10%, si trova al ventisettesimo posto, addirittura dopo Uras, al nono posto con l’80,95%.