Il processo a Graziano Mesina e ai vertici della banda che avrebbe capeggiato, accusati dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari di traffico di droga e altri gravi reati, può ripartire.
Si torna in aula nel tribunale di Cagliari giovedì 1 dicembre. La Corte di Cassazione, infatti, ha dichiarato inammissibile il ricorso dei legali dell'imputato Corrado Altea, avvocato, che avevano sollevato il legittimo sospetto sui giudici della seconda sezione penale che stanno processando l'ex primula rossa del banditismo sardo e i suoi presunti complici.
La Suprema Corte ha trattato il 22 novembre il merito del ricorso, dichiarandolo inammissibile e dunque evitando che il processo fosse annullato e trasferito ad altro collegio. Gli avvocati di Altea ritenevano che il presidente Massimo Poddighe e i giudici a latere non potessero processare il loro assistito perché già in passato si erano pronunciati su altri reati contestati al legale cagliaritano, finito nell'inchiesta assieme a Mesina.
Il pm Gilberto Ganassi, a giugno, aveva chiesto per l'ex primula rossa la condanna a 26 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, mentre per l'avvocato Altea erano stati sollecitati 16 anni di carcere. I due erano finiti in manette con altre 28 persone nel blitz della Dda scattato il 10 giugno 2013.