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Salgono a 2 miliardi le perdite a coltivazioni e allevamenti causate dal clima del 2017, tra i più siccitosi da oltre 200 anni ma segnato anche da violenti temporali. A dirlo è il dossier Coldiretti, presentato dal presidente Roberto Moncalvo all'Assemblea nazionale con gli agricoltori da tutte le province, primo focus sull'impatto del meteo regione per regione, vero bollettino di guerra. Nel campi coltivati è sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni; l'allarme siccità interessa ormai oltre i 2/3 della superficie agricola, facendo lievitare i costi energetici. Le perdite in Lombardia ammontano a 90 milioni, in Piemonte si registra un taglio del 30% per le rese cerealicola. In sofferenza gli oliveti liguri, mentre in Veneto da aprile l'acqua è contingentata. In Trentino Alto Adige la produzione di fieno è calata del 30%, mentre in Friuli Venezia Giulia è stato sancito lo stato di sofferenza idrica. Stato di emergenza nelle zone di Parma e Piacenza in Emilia Romagna, con perdite per 100 milioni di euro ai quali se ne aggiungono altri 50 per i nubifragi. Oltre 200 milioni sono i danni da siccità in Toscana, 30 milioni nelle Marche, 60 milioni in Umbria, tra i 90 e i 110 nel Lazio. Provata la Campania dove sono andati persi 200 milioni, ma occorrerà attendere la fine dell'estate per comprenderne la reale dimensione. In Abruzzo, nella sola Marsica, tra olivicoltura e zootecnia, i milioni persi sono 200 e 140 in Molise. Rischia un calo del 30% la produzione di olive in Puglia, mentre in Basilicata verrà chiesto lo stato di calamità. In Calabria in difficoltà gli ulivi con perdite del 35/40% e la viticoltura con il 15%, totalizzando danni per 310 milioni di euro. In Sicilia si registrano costi triplicati per le irrigazioni, mentre in Sardegna la riduzione per le produzioni agricole è del 40%, pari a 120 milioni.