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Nella spiaggia di Piscinas si parcheggia a pagamento, fino ad esaurimento posti, ma non ci sono i parcheggi liberi. Il Comune di Arbus, come ogni anno, ha infatti affidato la gestione dei parcheggi con un bando pubblico ed ha predisposto le apposite aree attrezzate con tanto di attenti e solerti parcheggiatori-vigilantes pronti a colpire qualsiasi infrazione ed a sanzionare chiunque trasgredisca. E nelle ultime 48ore sono fioccate le proteste. Ma tant’è e sia per tutelare del dune di Piscinas d’Ingurtosu che per far lavorare gli stagionali, a Piscinas si paga. Giusto o sbagliato che sia. Giusto se ci fosse il servizio di guardiania, sbagliato se non c’è un numero congruo di parcheggi liberi, come previsto dal codice della strada . Sbagliato se poi si penalizzano i lavoratori delle strutture balneari (baristi, camerieri,bagnini) costretti anche loro a pagare il parcheggio giornaliero, 5 euro al giorno (2,50 per i residenti ad Arbus), per andare a lavorare. Sbagliato se si penalizzano gli ospiti delle attività ricettive, che sono costretti a parcheggiare lontano. Sbagliato se per i residenti si applica una tariffa e per gli ‘stranieri’ altre. Sbagliato se sono esclusi emigrati e nati in Sardegna. Insomma, la spiaggia a numero chiuso è bella e confezionata dal Comune di Arbus.

Le proteste di turisti e residenti dopo l’accurata delimitazione con delle ‘cannizzadas’ (per non utilizzare un altro termine) nella zona di Genn’Armidas dove dovrebbero sostare gratuitamente auto, camper e moto. Non mancano le polemiche anche sulla sicurezza. Primo, se scoppia un incendio, le vie di fuga quali sono? Secondo gli scarichi abusivi dei camperisti (non tutti!), ormai malvezzo consolidato di alcuni maleducati che aprono i rubinetti dei wc chimici dove capita. Chi controlla?

Una recente sentenza della Cassazione (S.U. n. 116/2007), che respinge il ricorso del Comune di Quartu Sant’Elena, stabilisce che sono nulle le multe per le auto che parcheggiano nelle strisce blu se vicino non vi sono parcheggi liberi (ovvero con “strisce bianche”). E recita citando il codice della strada: “Qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. Ecco, dove sono i parcheggi liberi? A questo punto si paventa un vero e proprio terremoto di ricorsi al giudice di pace per le multe che verranno erogate. Questa comunque è materia da giuristi, ma la sentenza della Cassazione assume un importante significato perché si fa carico dei diritti dei cittadini troppo spesso violati per “tutelare” le esigenze di “cassa” dei Comuni.

“Sono nato qui, vengo ogni anno in vacanza e sinceramente essere trattato in questa maniera mi umilia”, dice Renato Pillai, emigrato che trascorre 20 giorni ogni estate a Piscinas. Annuncia battaglia in Consiglio Comunale, mercoledì prossimo, Gianni Lampis (Arbus civica): “La Giunta ha dato indirizzi sbagliati, escludendo gli abbonamenti i residenti gli emigrati, come avevamo fatto con la nostra giunta nella precedente consiliatura. Hanno persino deliberato le diverse tariffe nel bilancio 2017 ma evidentemente non se lo ricordano. E c’è anche la violazione della norma che prevede che il 30% dei parcheggi a pagamento debba essere libero. Loro (la giunta, ndr) sostengono che il parcheggio libero è a Genn’Armidas, a due km, ma quell’area non è inserita nel Piano urbanistico come zona servizi per parcheggi. Se un disabile o un anziano devono raggiungere la spiaggia come fanno?”.

Infatti in area Sic come Piscinas non si può passare sulle dune a piedi, non c’è una passerella in legno. Come può il turista o un invalido raggiungere la spiaggia? C’è un bus navetta? Domande che per ora non hanno risposta.