Cagliari è una delle città italiane che avrà il privilegio di essere sede di uno hotspot, questo uno degli esiti più fecondi della strategia fantozziana del Ministro degli Interni Minniti, efficace al momento quanto quella del suo predecessore Alfano, trasferito a fare danni nel dicastero degli Esteri. Su questa incredibile quanto assurda proposta non si è ancora sentita la voce né del Sindaco arancione né del nostro Governatore. Si scarica ancora una volta sulla Sardegna il peso di un’emergenza favorita e prodotta dal Governo Renzi (beneplacito sui conti italiani in cambio della nascita dell’hotspot Italia), prima, e Gentiloni, poi. Gli esiti del vertice di Tallin, che riuniva i ministri degli Interni UE, è stato un completo fallimento. Floppa infatti nei suoi due obiettivi principali: nessun porto europeo sarà aperto alle navi delle ONG, nessuna revisione di Triton. Esiti scontati, invece, sul nuovo codice di condotta per le Ong, sul sostegno alla Libia (nessun impegno UE alla sua stabilizzazione), su aumento dei rimpatri. Ci impongono gli hotspot. Il nostro teatrale ministro mercoledì parlava in Parlamento come se avesse in mano un poker d'Assi, ma il suo bluff è stato smentito dai fatti, non è riuscito a utilizzare le leve giuste.
Quello che è emerso a Tallin, invece, è che il Governo ha fatto la voce grossa senza avere una strategia alternativa in caso di diniego da parte dei 28 Ministri UE, palesando in modo ancora più chiaro la debolezza politica del nostro Paese.
A cascata, gli esiti di questa strategia suicida e incapace ricadono anche sulla nostra regione, a guida PD, scelta, oltre che per l’ Hotspot, anche per il contestatissimo e inutile CPR, che pare sarà situato presso l'ex carcere di Macomer, dopo la viva opposizione di Iglesias. Pare dunque palese che la nuova industria che si intende incentivare nella nostra Isola sia quella dell'immigrazione. In questo c’è tutta la responsabilità del nostro Governatore. La nostra Isola, esposta agli sbarchi diretti, sta già pagando un tributo di accoglienza notevole, testimoniato anche dallo sforamento nell’anno 2016 delle quote di immigrati. Che quello della creazione di un hotspot sia un grosso problema, è testimoniato dall’allarme che nei giorni scorsi è stato lanciato dalla sigla Siap sulla situazione degli organici della Polizia di Stato e delle altre forze dell'ordine, che più volte ho portato in Parlamento, in cui si dice chiaramente che l'organico lavora a ranghi ridotti e sarebbe disastroso dover gestire un flusso di attracchi continuo. Si rischia un problema di sicurezza e chi dovrebbe parlare e dire no tace in modo colpevole.
Andrea Vallascas