«Le nuove modalità di pagamento dei diritti doganali penalizzano i piccoli spedizionieri e le agenzie che operano nell'ambito di dogane con bassi volumi di traffico» – È quanto afferma il capogruppo del M5s in commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Andrea Vallascas, che ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze in merito alle modalità di pagamento dei diritti doganali entrate in vigore dall'inizio dello scorso anno.
«Sino al 2015 – spiega Vallascas – gli spedizionieri potevano pagare i diritti doganali anche attraverso assegni circolari: una procedura di pagamento semplificata che non comportava oneri e costi aggiuntivi. Dal 1° gennaio dello scorso anno, invece, sono state introdotte alcune novità, tra cui l'obbligo di eseguire il pagamento e il deposito dei diritti doganali (per somme superiori a 516,46 euro) esclusivamente mediante bonifico bancario o postale. Mentre il ricorso all'assegno circolare è stato limitato a casi eccezionali di volta in volta autorizzato dal responsabile dell'Area gestione Tributi della dogana, ma solo a determinate condizione».
«In pratica – aggiunge – la modifica, e in particolare l'esclusione degli assegni circolari, ha comportato maggiori oneri burocratici e maggiori costi per gli addetti del settore. Si tratta di aumenti insostenibili, con perdite economiche significative,soprattutto per i piccoli spedizionieri e coloro che operano nell'ambito di dogane che registrano bassi volumi di traffico».
«A questo – conclude Vallascas – si aggiunge la necessità degli spedizionieri di ricorrere quasi sempre a bonifici urgenti, visto che le merci restano bloccate fintanto che le somme non sono accreditate. Questo determina pesanti ricadute in termini di costi operativi per l'impresa, vista la non convenienza di altre opzioni previste, come l'apertura di conti di debito che richiedono fidejussioni costose per diverse migliaia di euro, spesso per operare poche volte in un anno».