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"Fatto grave e senza precedenti autorizzare Abbanoa al pignoramento dei conti correnti degli utenti inadempienti. Si tratta di un potere eccessivo e, per molti versi pericoloso, soprattutto perché viene riconosciuto a una società che ha dimostrato gravi difficoltà e incongruenze proprio nella contabilizzazione e fatturazione dei consumi, oltre ad essere stata sanzionata dall'Antitrust per pratiche commerciali commerciali scorrette nei confronti dei clienti" – È quanto afferma il capogruppo del M5s in commissione Attività Produttive, Andrea Vallascas, in un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze in merito all'autorizzazione concessa ad Abbanoa alla riscossione coattiva mediante ruolo dei crediti vantati dalla società.
 
"Un provvedimento – spiega Vallascas – assurdo. Non si comprende su quali elementi il ministero dell'Economia e delle Finanze abbia potuto concedere un potere di tale portata a una società che ha dimostrato una molteplicità di situazioni controverse e caotiche proprio nella gestione e nella fatturazione dei consumi".
 
"Un pasticcio – prosegue – dimostrato dai ritardi, anche pluriennali, nella misurazione dei consumi e nella conseguente emissione di fatture dagli importi elevati. Quella di Abbanoa, è una gestione che ha causato situazioni gravi, dalle molteplici implicazioni sociali, con gli utenti che non sarebbero stati messi in molti casi nelle condizioni di esercitare il legittimo diritto di verifica e contestazione".
 
"Questa situazione – aggiunge Vallascas – è stata sanzionata dall'Antitrust, così come confermato anche di recente dal Consiglio di Stato. È il caso di sottolineare che l'Autorità per la Concorrenza e il Mercato aveva valutato che alcune pratiche commerciali messe in atto dalla società non fossero rispondenti alla diligenza professionale che ci si attende da un gestore che opera in regime di monopolio per la fornitura di un bene vitale ed essenziale quale l’acqua e che dispone, per la riscossione dei crediti, di una importante leva commerciale come la minaccia di interrompere il servizio".
 
"In tutto questo – conclude – l'aspetto più grave è il silenzio complice della Regione che, in tutti questi anni, ha contribuito a creare un mostro di disservizi e burocrazia, con un impiego di centinaia di milioni di euro pubblici. Il provvedimento del Ministero rischia di aggravare lo squilibrio contrattuale esistente tra gestore e utente che si troverebbe in una situazione di grave debolezza e di difficoltà nel rivendicare i propri diritti".