i-progetti-di-gasdotto-in-sardegna-non-possono-essere-valutati-a-pezzi-e-pezzettini
A livello europeo è noto come salami slicing, cioè la furbesca divisione di un unico progetto per attenuarne il previsto impatto ambientale. E’ una prassi vietata, anche secondo la costante giurisprudenza comunitaria e nazionale.
 
Ed è quello che si sta facendo in Sardegna in questi mesi in relazione ai progetti della Società Gasdotti Italia s.p.a. e Snam Rete Gas s.p.a. per la realizzazione della dorsale di trasporto del gas naturale (metano) e delle relative derivazioni.
 
Le due società hanno furbescamente presentato istanza[1] per avviare i rispettivi procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) esclusivamente per il tronco centro-meridionale dell’Isola (Città metropolitana di Cagliari e Province del Sud Sardegna e di Oristano), dimenticandosi del tronco centro-settentrionale (Province di Sassari e di Nuoro).
 
Non solo. Sarebbe necessario valutare gli impatti cumulativi dei due diversi progetti, qualora non fossero anche formalmente alternativi.  In caso diverso, la Sardegna passerebbe da nessuna rete metanifera a ben due reti metanifere concorrenziali!
 
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, pertanto, inviato (21 giugno 2017) un atto di intervento nei due procedimenti di V.I.A. relativi ai rispettivi progetti di gasdotto al Servizio valutazioni ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna, chiedendone la dichiarazione di improcedibilità per la mancata valutazione integrale e cumulativa degli impatti ambientali.
 
Il gas naturale è una fonte di energia di origine fossile, come il carbone e il petrolio, il cui utilizzo comporta l'emissione di gas serra e di altri inquinanti atmosferici, però in misura sensibilmente inferiore rispetto agli altri combustibili fossili.        Infatti, a parità di energia prodotta, la combustione del gas naturale emette circa il 75% dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dall'olio combustibile e circa il 50% di quella prodotta dal carbone.  
 
Nell’attuale fase di transizione dal presente sistema energetico mondiale imperniato sulle fonti fossili al futuro sistema basato sulle fonti rinnovabili, il gas naturale rappresenta certo un’utile soluzione temporanea. In tal senso, l'impiego del gas naturale, in sostituzione di altre fonti fossili come derivati petroliferi e carbone, appare senza dubbio auspicabile.
 
Attualmente (dati piano energetico ambientale regionale) in Sardegna abbiamo i seguenti dati relativi alle fonti di produzione energetica: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico.  Fonte termoelettrica: 42% carbone; 49% derivati dal petrolio; 9% biomasse.    L’utilizzo del gas naturale sarebbe conveniente sul piano ambientale ed economico, qualora sostitutivo del carbone e dei derivati dal petrolio.  Tuttavia, oltre il 46% dell’energia prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato.   
 
In ogni caso, la realizzazione di un unico gasdotto deve avere il minimo impatto sull’ambiente e sui contesti economico-sociali interessati. Di altri scempi ambientali non se ne sente proprio il bisogno.
 
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus