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A meno di un anno e mezzo dalla scadenza naturale della legislatura, con la crisi ancora aperta in Regione dopo le dimissioni dell'assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda e le condizioni poste dal Partito dei Sardi per rimanere nella maggioranza, le elezioni comunali di domenica 11 giugno rappresentano un'incognita nella delicata dialettica tra i partiti del centrosinistra-sovranista.

Il test politico, però, non riguarda direttamente la Giunta Pigliaru, visto che alle urne sono chiamati 228.963 elettori, circa un quinto del totale nell'Isola, ma piuttosto i singoli partiti. Dal responso delle urne, soprattutto a Oristano, Selargius e in altri importanti centri dei 64 Comuni chiamati al voto, emergerà il peso di ciascuno. Così, in base alla nuova geografia post elezioni, il PdS avrà più o meno forza contrattuale rispetto ai quattro punti sottoposti a Pigliaru e alla maggioranza per continuare a restare nella coalizione. Ma a misurarsi c'è anche il Pd: dopo il riassetto nazionale e regionale seguito allo scossone del referendum costituzionale, dovrà dimostrare la propria forza elettorale.

Sul campo opposto il centrodestra, che sconta ancora qualche divisione al suo interno e stenta a ritrovare organicità, e il Movimento 5 stelle, in corsa per tentare di fare il bis dopo gli exploit di Carbonia, Porto Torres e Assemini e tentare la volata alle regionali del 2019.

Alcuni segnali per il prossimo futuro arriveranno in particolare dalla sfida a sei di Oristano, dove il centrosinistra si presenta spezzettato dopo la mancata riconferma del sindaco uscente Guido Tendas. Così il Pd con Psd'Az, Psi e altre liste civiche punta su Maria Obinu. A rosicchiare preferenze da questa parte dello schieramento ci proveranno Anna Maria Uras, che ha rotto con il Pd, e Vincenzo Pecoraro, sostenuto da PdS, Udc e da una lista civica, nonchè Filippo Martinez, il regista outsider che darà filo da torcere anche sul fronte del centrodestra, pronto alla riconquista di Oristano dopo cinque anni con Andrea Lutzu, sconfitto nel 2012 da Tendas. Il M5s scende in campo con Patrizia Cadau, incognita per un eventuale ballottaggio del 25 giugno. A Selargius le coalizioni sono più compatte: il Partito dei Sardi ritrova gli alleati del Pd nella coalizione con Psd'Az e Laboratorio Progressista a sostegno del coordinatore provinciale dem Francesco Lilliu; centrodestra in formazione tradizionale con Fi, Riformatori, Udc e Fdi attorno al candidato sindaco Gianluigi Concu, mentre il Movimento 5 stelle punta su Valeria Puddu.

Sfida tutta interna al centrosinistra, invece, quella di Pula, dove l'uscente Carla Medau, fatta cadere anche da una parte del Pd, sfiderà Angelo Pittaluga, già assessore all'Urbanistica.

Urne aperte dalle 7 alle 23: in Sardegna sono oltre duemila gli aspiranti consiglieri e 127 i candidati a sindaco. Non si vota ad Austis (Nuoro), dove era già presente un commissario straordinario, e Soddì (Oristano) perchè non è stata presentata alcuna lista.