Arriva alle battute finali il processo bis per il rapimento di Titti Pinna, l'allevatore di Bonorva prelevato nella sua azienda di "Monti Frusciu" da un commando di banditi e tenuto prigioniero per otto mesi in un ovile di Sedilo, in provincia di Oristano. Oggi, davanti al collegio della Corte d'appello presieduto da Plinia Azzena, la lunga arringa di Gian Marco Mura, che difende Antonio Faedda, 46 anni, nato a Grossetto ma residente a Giave, condannato il 3 dicembre 2015 a 25 anni di reclusione dai giudici della Corte d'assise di Sassari.
La procuratrice generale della sezione staccata di Sassari della Corte d'appello di Cagliari, Gabriella Pintus, ha già sollecitato per l'imputato la conferma della pena. Secondo il difensore, invece, le indagini durate nove anni non avrebbero prodotto che qualche labile indizio. Replicando all'accusa, secondo cui le intercettazioni forniscono senza equivoco le prove concrete del coinvolgimento di Faedda nel sequestro Pinna, Mura ritiene che sia artificiosa la ricostruzione compiuta per far figurare l'imputato come componente attivo del gruppo che il 19 settembre del 2006 catturò l'allevatore bonorvese. Per il legale, infatti, Faedda non avrebbe telefonato al presunto complice, Giovanni Maria Manca detto Mimmiu, 55 anni, di Nuoro, residente a Bonorva, già condannato a 28 anni in primo grado.
Il processo d'appello a suo carico sarebbe dovuto cominciare il 14 luglio, oggi però questa data è stata fissata per le repliche del pg, quindi il dibattimento slitta. Il difensore di Faedda ha sostenuto che le celle agganciate dal telefonino del suo assistito sarebbero incompatibili con il tragitto seguito dai banditi e descritto dall'ostaggio dopo la liberazione. L'inchiesta seguita al rilascio di Pinna ha avuto due fasi. La prima ha portato alle condanne dei presunti carcerieri: 30 anni per Salvatore Atzas e 17 per Natalino Barranca, quest'ultimo poi assolto in Cassazione. La seconda coinvolge il gruppo di prelievo con Manca e Faedda, già condannati in primo grado e ora alle prese con l'appello.