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Finalmente, a distanza di molti anni  dalle prime  domande di migliaia di lavoratori del polo chimico di Ottana, l'Inail ha iniziato a riconoscere i diritti previsti per legge per malattia professionale, causata dalla ese vedove di lavoratori dell'ex Enichem di Ottana per asbestosi e per posizione all'amianto e dalle attività lavorative nelle industrie. Sono infatti di questi giorni i primi provvedimenti che riguardano un lavoratore in vita e ducarcinoma polmonare: “E' un fatto di straordinario valore – ha detto Sabina Contu, presidente di Aiea Sardegna- che apre la strada al riconoscimento dei diritti di centinaia  di lavoratori delle fabbriche chimiche sarde, per le famiglie dei tanti, troppi, che sono già deceduti, e dei tanti che si sono ammalati  e si stanno ammalando, con gravi patologie causate dalla esposizione all'amianto, la cui presenza era stata ufficialmente e reiteratamente negata dalla stesse Istituzioni di tutela della salute dei lavoratori”.
 
Sono ad oggi 121 i lavoratori dell'ex sito chimico deceduti per gravissime patologie, contratte negli ambienti saturi di amianto e da altri veleni, di cui è stato possibile raccogliere i dati attraverso l'azione instancabile, di ricognizione di Aiea, Cgil e Anmil, in assenza ad oggi di un registro regionale dei tumori. Ma si stima che il numero dei decessi e dei malati sia infinitamente superiore, essendoci un plafond di riferimento di decine di migliaia di persone sparse in decine di comuni, di provenienza dei lavoratori stessi. Uno degli ultimi sventurati lavoratori deceduti è stato Giovanni Maria Cinellu, strappato alla vita da ben 6 tumori, “acquisiti” lavorando per circa trent'anni nel famigerato reparto AT 5: su 35 operati e tecnici che vi hanno lavorato oltre la metà sono già deceduti, in età comprese fra i 50 e i 65 anni, mentre i superstiti sono quasi tutti gravemente malati.
 
“Giovanni Maria Cinellu, di Tresnuraghes – ha aggiunto Sabina Contu – fino alla fine ha gridato e chiesto giustizia per sè e per tutti gli altri: dobbiamo a lui e alle tante vedove che ci hanno  aperto la loro infinita sofferenza e che ci hanno dato la forza di non fermarci di fronte a nulla, il proseguimento della nostra battaglia per il pieno riconoscimento assistenziale e previdenziale per tutti i lavoratori esposti all'amianto a Ottana e nelle industrie chimiche sarde”.
 
I primi tre provvedimenti di riconoscimento da parte dell'INAIL di malattia professionale per lavoratori dell'ex Enichem di Ottana rappresentano un inizio, a cui si è giunti, grazie ad una estenuante e capillare iniziativa basata sul volontariato e sulla generosa dedizione di tantissime persone, grazie alla mobilitazione degli stessi lavoratori “superstiti”, che hanno suscitato la solidarietà di un intero territorio, delle amministrazioni locali e delle stesse massime Istituzioni di rappresentanza, attraverso l'iniziativa di parlamentari e consiglieri regionali. “ Adesso attendiamo – ha sottolineato Sabina Contu- che vengano come, promesso, riesaminate dall'Inail le migliaia di domande respinte nel decennio scorso e che venga approvato il prima possibile il nuovo Protocollo di Sorveglianza Sanitaria per garantire ai lavoratori ex esposti amianto una diagnosi precoce e cure adeguate”. E' Stato annunciato dall'Assessore della Sanità Luigi Arru in una manifestazione di lavoratori dell'industria chimica a Nuoro esattamente un anno fa, il 15 giugno 2016: in questo lasso di tempo i lavoratori sardi hanno continuato ad ammalarsi e a morire senza l'assistenza garantita a tutti gli altri lavoratori ex esposti all'amianto nei siti industriali in Italia, in quanto esclusi dagli Atti di indirizzo ministeriale ex legge 257/92.
 
Il dramma di Ottana e il caso Sardegna hanno “sfondato” il muro di gomma delle negazioni di Stato e hanno toccato la sensibilità della stessa presidente della Camera Laura Boldrini, che ha accolto le “vedove di Ottana” e ha agito immediatamente “chiedendo conto” ai massimi responsabili in materia ai diversi livelli. Grazie alle iniziative parlamentari alla Camera e al Senato e in Consiglio regionale sono stati finalmente accesi i riflettori sul caso Ottana e sono stati decisi  importanti provvedimenti. A breve si attendono i risultati della indagine della Magistratura condotta con caparbietà dai carabinieri del Noe di Sassari, avviata due anni fa, ed è imminente la visita in Sardegna della Commissione Infortuni del Senato presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri, con il Procuratore Generale della Cassazione Bruno Giordano e il professor Domenico Della  Porta.