Arrivano 36,5 milioni di euro per la ricerca di base e applicata e per progetti di innovazione tecnologica. La Regione stanzia 30 mln del Patto per la Sardegna e 6,5 milioni di risorse regionali, legge 7 del 2007, da qui al 2019. Gli interventi sono stati illustrati dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dall'assessore della Programmazione, Raffaele Paci. Una quota pari a 12 milioni di euro, sei milioni per ciascuno dei due bandi, saranno utilizzati per la ricerca di base: un primo avviso sarà pubblicato entro fine estate, mentre un secondo sarà rilasciato nel 2019.
Altri 12 milioni andranno a finanziare progetti di ricerca e sviluppo promossi da medie e grandi aziende in collaborazione con organismi di ricerca regionali: il centro di eccellenza della Sotacarbo Ceep 2/4 mln), il progetto aria per la ricerca di Argon di Infn e Carbosulcis (1,4 mln) ed il progetto Totale patient management per la sperimentazione di automazione in sanità con il Crs4 e Impeco (800mila euro). Altri 5,8 mln sono, invece, ancora da destinare a progetti presentati dalle singole imprese e in questo finanziamento potrebbe rientrare l'eventuale localizzazione nell'Isola del colosso di Ict cinese Zte. Infine ci sono sei milioni per progetti strategici che riguardano le università di Cagliari e Sassari sul versante dei servizi o della ricerca in agricoltura e malattie animali o delle onde gravitazionali nella miniera di Sos Enattos a Lula.
Fra i progetti relativi ai 6,5 milioni regionali sarà implementata la mobilità attiva dei giovani ricercatori in ambito internazionale e dei professori che verranno ad insegnare negli atenei sardi, e proseguirà il progetto della biblioteca scientifica. "Qualcuno ha detto che il Patto per la Sardegna era un libro dei sogni ma oggi dimostriamo che, invece, le risorse sono concrete: le stiamo spendendo su un'Infrastruttura immateriale che si chiama ricerca – ha spiegato Pigliaru – vogliamo aiutare le nostre università a rimanere competitive, e questo significa fare sempre più buona ricerca". Secondo Paci "alcuni interventi come quello sulle miniere di Lula sono specifici contro lo spopolamento delle zone interne. Ci lamentiamo giustamente della fuga dei cervelli: ebbene, attraverso questi investimenti cerchiamo di trattenerli qui con ricadute importanti. Non sono investimenti teorici, sono i soldi spesi meglio perché servono a creare lavoro".