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Si è tenuto ieri pomeriggio l'incontro tra l'Assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Dessena, e una delegazione di rappresentanti dell'associazione universitaria Unica 2.0.
Oggetto del meeting, un confronto principalmente basato sulle tematiche maggiormente attigue al diritto allo studio universitario, quali borse di studio, ricerca, traporti e residenzialità studentesca.
 
La conclusione alla quale viene facile giungere, non tanto in seguito al singolo incontro con l'ass Dessena, quanto successivamente a una più generale valutazione dell'importanza che la Giunta sarda ripone e ha riposto in questi ultimi anni nell'Università e nel diritto allo studio, è più che negativa.
Lo ha dimostrato la Finanziaria 2017, la quale ha visto solamente una percentuale pari allo 0,36% dell'intero bilancio essere destinata al diritto allo studio universitario, con un'altrettanto misero 1,98% destinato invece all'Istruzione.
Lo ha dimostrato il precipitoso crollo del numero di borse di specializzazione medica finanziate dalla Regione Sardegna, ma anche il mancato ascolto alla nostra richiesta di una gratuità del servizio trasporti per gli studenti, così come il rincaro sulle tariffe dei trasporti extraurbani, il quale è profondamente andato a pesare in particolar modo sugli studenti pendolari, molti dei quali costretti a questa vita altalenante a causa del mancato accesso alle graduatorie per la borsa di studio.
 
In merito a quest'ultimo tema, altra dimostrazione dell'astratto e solamente pubblicistico interesse della Giunta alle tematiche legate al diritto allo studio, è il mancato investimento sulle borse di studio, le quali l'anno scorso hanno sì finalmente visto il raggiungimento del 100% di studenti idonei e beneficiari, ma sarebbe bene che tale risultato non fosse un evento sui generis, bensì un qualcosa di consolidato e continuamente ricorrente, in grado di garantire ogni anno delle certezze a tutti coloro i quali necessitano di tale sussidio.
Il mancato interesse, è leggibile non solo nella scelta di non investire ulteriori cifre sulle borse di studio, ma inoltre anche in seguito al non innalzamento delle soglie Isee, il quale permetterebbe a un numero maggiore di studenti sardi privi di mezzi, oggi tagliati fuori dalle graduatorie, di avere diritto alla borsa e di conseguenza di poter ottenere un sussidio che possa facilitare loro l'accesso al più alto grado di istruzione.
 
E in questo caso, è corretto utilizzare il termine “facilitare” e non “garantire”, in quanto attualmente gli importi di questo contributo economico indispensabile per migliaia di studenti, sono tra i più bassi d'Italia, al di sotto del minimo fissato per legge, e non possono quindi effettivamente “garantire” con sicurezza un tranquillo accesso al mondo universitario a coloro i quali vorrebbero costuirsi un futuro ma ne sono limitati in quanto privi di mezzi, ma solamente agevolarli verso un percorso che a causa della propria condizione economica sarà ancora più difficile.
 
In questi termini, non si può parlare di diritto allo studio, ma privilegio allo studio, perchè tale diritto, come vuole il significato primo del termine, deve essere per tutti, ma oggi risulta essere diretto solamente ai quali risultano essere economicamente predisposti ad averne accesso.
In merito alla residenzialità studentesca e alle problematiche ad essa legate, che da anni noi studenti denunciamo a gran voce, non riteniamo sia tranquillizzante il Patto per lo Sviluppo della Sardegna da 2,9 miliardi di euro firmato il 29 luglio scorso dal Governatore Francesco Pigliaru e dall’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
 
Non è tranquillizzante, in quanto tale cifra viaggia parallelamente alle concrete risposte che da anni centinaia di studenti attendono tra le mura pericolanti, se non inaccessibili, delle Case dello studente del nostro Ateneo, le quali molto probabilmente ospiteranno ancora generazioni di universitari, prima che tali soldi possano effettivamente concretizzarsi e risolvere le problematiche legate alla residenzialità studentesca.
 
"Dopo un autunno di proclami e dichiarazioni di intenti, apprendiamo che l'impegno reale in termini economici e di programmazione a lungo termine che la Regione Sardegna impiega nel Diritto allo Studio per i prossimi anni non è affatto aumentato e rischia di essere gravemente insufficiente per l'anno accademico 2017/2018 – dichiara Carlo Sanna, coordinatore di UniCa 2.0 – nel frattempo – prosegue – i problemi delle strutture di residenzialità diventano sempre più ampi, gravosi e insostenibili, gli importi delle borse rimangono i più bassi d'Italia e le soglie ISEE per l'accesso restano ampiamente sotto il limite di 23.000 fissato dal MIUR"