“Coldiretti Sardegna e Unione Cacciatori di Sardegna vorrebbero sparare ai Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) definiti ‘il piu’ grande disastro ambientale degli ultimi tempi’. In più ‘il loro guano rende sterili terreni e le acque e se si va avanti cosi’ distruggeranno il loro ambiente per poi andare via’.
Ormai periodicamente la Coldiretti Sardegna ‘spara’ cifre a vanvera su pretese invasioni di Cervi sardi e di danni spaventosi all’agricoltura, nell’ottobre 2016 parlava di 12 mila Cervi sardi solo nell’Iglesiente, 100 milioni di euro di danni ogni anno causati all’agricoltura dalla fauna selvatica in Sardegna, quando i dati ufficiali della Regione autonoma della Sardegna (2015) indicano in 4.270 i Cervi sardi (Cervus elaphus corsicanus) presenti in tutto in territorio regionale e si stimano al massimo a 3,5 milioni di euro di danni prodotti dalla fauna selvatica all’anno, causati soprattutto dal Cinghiale (Sus scrofa meridionalis)[1].
Ora è la volta dei Fenicotteri e i pretesi danni all’agricoltura sono scesi a 10 milioni di euro annui.
Nel maggio 2015 è stato validato dall’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente il report sui danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica in Sardegna (2008-2013), base per i piani di controllo della fauna selvatica, che devono avere il preventivo parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.).
Com’era prevedibile, i maggiori danni alle produzioni agricole risultano esser stati arrecati dal Cinghiale (Sus scrofa meridionalis), seppure a macchie di leopardo, tuttavia l’ampliamento della caccia al Cinghiale (per giunta contestata da larga parte dello stesso mondo venatorio) e piani di abbattimento per gran parte dell’anno non sembrano aver risolto nulla. I danni causati dalla fauna selvatica (Cinghiale, Cornacchia grigia, Daino, Cervo sardo. Coniglio selvatico, ecc.) all’agricoltura sono stimati nell’ordine dei 900 mila euro all’anno”.