Le segreterie regionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl-informazione, Snater, Libersind e la Rsu della sede Rai della Sardegna giudicano il testo approvato dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza sul rinnovo della concessione di servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, "un grave atto di ridimensionamento delle sedi regionali".
Per questo chiedono al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, "di opporsi alla programmata cancellazione del servizio pubblico e di attivarsi per evitare che il ruolo di Centro di produzione decentrato venga reso vano". "Con questa modifica – scrivono le sigle in una nota congiunta – la valorizzazione delle sedi, tanto affermata e poco attuata, è stata eliminata, avvallando così la paventata intenzione aziendale di ridurne le già esigue capacità produttive. La presenza della Rai sul territorio è stata ridotta a un mero 'presidio redazionale' che aprirà a collaborazioni con le emittenti private".
Secondo i sindacati, "la proposta approvata dalla Commissione apre, de facto, l'ideazione e la realizzazione delle attività del servizio pubblico a soggetti non pubblici, non concessionari del servizio pubblico e non vincolati agli obblighi di trasparenza e indipendenza, tanto per citarne alcuni, stabiliti nella convenzione a cui invece è soggetta la Rai che, in caso di inosservanza, sarà sottoposta alle relative penali. Ancora una volta il canone sarà utilizzato in maniera difforme dalla sua finalità istituzionale".