musica-da-imballo-successo-iniziativa-a-cagliari

All'inizio è tutto un rumore di trapani e martelli. Poi si cominciano a sentire le prime note e le prime battute a tempo. Strumenti musicali che nascono da una scopa o da una corda per il bucato: tutto realizzato in due ore nei laboratori della Manifattura Tabacchi di Cagliari da mani assolutamente inesperte sotto la guida di chi ne sa un po' di più. Al lavoro anche un gruppo di ragazzini (minori non accompagnati) arrivati in Sardegna da Guinea, Nigeria e Bangladesh tra ottobre e marzo. Poi, tutti insieme, la prova d'orchestra coordinata da musicisti del Conservatorio.

E infine la grande festa finale: il concerto. È "Musica di imballo": scienza, tecnologia e innovazione che si fondono con l'arte e la musica grazie alla collaborazione tra il 10lab di Sardegna Ricerche, il centro per la promozione e la diffusione della cultura scientifica, e il Conservatorio di Cagliari. Una festa in nome dell'ambiente. Ma anche della creatività intelligente: la testa che lavora partendo dal nulla. O dalle cose che ci sono. "Si fa innovazione – spiega Walter Songini, responsabile comunicazione di Sardegna Ricerche – partendo non soltanto dalla tecnologia ma dal giusto approccio mentale. Che va coltivato: non ci occupiamo solo di imprese mature o di imprese che stanno per nascere. Ma anche di giovani che oggi magari non ci pensano ancora ma che domani potrebbero creare un'impresa". Paola Rodari, responsabile scientifica 10lab, e figlia dello scrittore Gianni, sente crescere l'entusiasmo, suo e dei partecipanti, man mano che il lavoro va avanti: "Una bella soddisfazione – spiega all'ANSA – abbiamo la missione di stimolare il pensiero creativo e tirare fuori innovazione anche arrivando a soluzioni originali partendo da cose semplici. Questa stessa metodologia può essere applicata anche alla musica anche grazie al supporto colto del Conservatorio.

C'è questo aspetto, ma anche quello ambientale: si può fare tecnologia anche riusando vecchia tecnologia". Maurizio Capone, percussionista e cantante napoletano che ha collaborato con i big della musica partenopea, va in giro tra i tavoli, dà consigli, scambia materiali. E mostra come si fa una "scopa elettrica". "Bastano un bastone – spiega – e un elastico: sentirete che suono. Dal 1999 io non compro gli strumenti, li faccio dopo aver fatto la spesa alla ferramenta. Quando ho in mente un suono, lo costruisco anche costruendo lo strumento". Festa finale a base di lattine, vecchie pentole, secchi di ogni genere, tubi di plastica e di metallo, utensili da lavoro, bombole del gas, bottiglie, lamine di metallo e altra spazzatura recuperata. Eppure è una bella musica: missione compiuta.