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La Corea del Nord condanna come “assolutamente inaccettabile” l’attacco missilistico Usa alla Siria: in una nota del ministero degli Esteri, rilanciata dalla agenzia ufficiale Kcna, si definisce la mossa come una “chiara invasione” e una conferma alla “validità” della decisione di Pyongyang di dotarsi, sviluppare e rafforzare i suoi armamenti nucleari. L’amministrazione di Donald Trump “non è diversa” da quelle precedenti, è la conclusione. Il comunicato è la prima reazione ufficiale di Pyongyang all’attacco deciso da Trump ed eseguito contro una base aerea siriana quando il tycoon era impegnato nel primo summit col presidente cinese Xi Jinping, a Mar-a-Lago, in Florida.

Tra i temi principali in agenda del vertice c’era anche quello su nucleare e missili della Corea del Nord, di cui Pechino resta, malgrado l’irritazione per la continua imprevedibilità dei comportamenti, il suo alleato storico. Anzi, agli osservatori è apparso che l’attacco alla Siria, per la sua tempistica, possa essere letto come un monito rivolto a Cina (per la “debole” persuasione) e a Corea del Nord di fronte a un regime che non vuole recedere dalle sue ambizioni atomiche. Trump, non a caso, ha ventilato l’ipotesi che gli Usa possano adottare atti unilaterali contro il Nord qualora la Cina non eserciti tutta la pressione possibile.