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Arriva qualche bacchettata dalla Corte dei Conti sul modello della continuità territoriale aerea che andrà in pensione ad ottobre 2017, sostituito da quello nuovo che i giudici contabili sostengono possa rappresentare "una svolta" nel panorama dei collegamenti fra i tre scali sardi e quelli di Roma e Milano (Ct1), oggi congestionati "come conseguenza della cessazione della continuità territoriale verso gli scali minori (Ct2)".

Proprio sul mancato avvio della Ct2 la Corte dei Conti, con la relatrice Valeria Mistretta, nell'adunanza pubblica sui servizi aerei da e per la Sardegna e sui collegamenti con le isole minori, ha avanzato qualche perplessità tra le quali "l'aumento dei costi e dei tempi" per giungere a destinazione facendo scalo a Roma e Milano, e un'offerta discontinua e talvolta disagevole per alcune categorie di passeggeri.

A queste l'assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, ha ribattuto rimarcando, in questo contesto di massima osservazione dell'Ue, una doverosa prudenza nella quale la Sardegna sta ancora effettuando i suoi passi per un riconoscimento pieno del gap insulare a livello comunitario. L'idea è quella di fare massa critica con altri territori che subiscono le "regole ordinarie" in condizioni di straordinarietà come la Corsica e le Baleari, per presentare un'univoca richiesta che potrebbe essere declinata a giugno in occasione del G7 Trasporti che si svolgerà a Cagliari il 21 e il 22.

"Le procedure di infrazioni della Commissione europea non riguardavano la Ct2, che avrebbe potuto essere riprogrammata fin dal 2013, ma gli aiuti agli aeroporti o alle compagnie aeree", hanno scritto i giudici contabili. Una decisione del 2015 non ancora pubblicata ma che ha già avuto l'effetto di avviare la procedura per il recupero da parte della Regione degli aiuti concessi alle compagnie. Secondo Deiana la "prudenza nel prevedere l'imposizione di oneri del servizio pubblico sulla Ct2 riguardava il fatto che la Commissione Ue aveva acceso il faro anche sulla Ct1. Per rispettare alcune condizioni che noi riteniamo minime (tariffa media al di sotto di un certo price cap, la possibilità di viaggiare in giornata con tratte mattino-sera) ci hanno fatto propendere per oneri di servizio che non comportino l'esclusione dei vettori che sono già presenti ma la compagnia che li accetta riceve un corrispettivo – ha spiegato l'assessore – una proposta eccentrica rispetto al regolamento comunitario 1008, ma siamo riusciti a convincere le autorità italiane. Ora stiamo lavorando per convincere quelle europee".

Riguardo al sostegno al traffico aereo internazionale la Regione, invece, punta "a far riconoscere la possibilità di una sorta di finanziamento che abbia un ritorno sull'economia generale e non solo sul singolo scalo gestito dal pubblico: una procedura per ora non consentita".