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A poco più di sette mesi sono oltre 10 mila gli animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto a causa delle scosse e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo.

Lo rende noto la Coldiretti in occasione dell'arrivo a Cascia di circa 1.000 pecore donate dai pastori sardi della stessa Coldiretti ai colleghi delle aree terremotate per rinnovare l'antica tradizione agropastorale della "Paradura" con la quale vengono offerte in dono una o più pecore a chi cade in disgrazia per risollevarne le sorti. Sono 25 mila le aziende agricole e le stalle nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.

Negli allevamenti si contano circa 65 mila bovini, 40 mila pecore e oltre 11 mila maiali. Lo stress da scosse e il freddo – spiega Coldiretti – hanno tagliato del 30% la produzione di latte mentre lo spopolamento ha ridotto le opportunità di mercato. Il dono del maxigregge per Cascia è stato realizzato grazie ad una operazione logistica organizzativa coordinata dalla Coldiretti con l'arrivo di pecore da tutta la Sardegna, dalla Barbagia alla Gallura, dall'Ogliastra al Campidano, dalla Nurra al Sarrabus. Il punto di raccolta anche per il foraggio – continua la Coldiretti – è stato il centro ricerche Agris di Bonassai, nel Sassarese da dove, a bordo di autoarticolati, le pecore sono partite per raggiungere il porto bianco di Olbia per l'imbarco verso Civitavecchia per arrivare poi, attraverso il percorso stradale, a Cascia.

Coldiretti sottolinea che tantissimi pastori si sono privati di parte del proprio gregge nonostante la drammatica situazione di crisi che sta vivendo l'allevamento in Sardegna dove si trova il 40% delle pecore italiane.E' stato deciso – precisa la Coldiretti – di assegnare le pecore a 40 pastori umbri con una consegna casuale "a stumbu" fatta da un bambino bendato, secondo l'antica tradizione.