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Ancora una volta siamo stati costretti a rivolgerci al Tribunale Amministrativo della Sardegna per far valere i diritti dei cittadini depositando un nuovo ricorso al TAR contro la Regione Sardegna per l’annullamento dell’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti, approvato dalla Giunta Regionale, in fretta e in furia, alla vigilia di Natale dello scorso anno.
 
Analogo ricorso è stato depositato anche dai Comuni di Olzai, Sarule, Gavoi e Arzana che hanno condiviso il nostro giudizio sulle irregolarità e sugli atti illegittimi delle procedure effettuate.
 
Su quali basi poggia il nostro ricorso?
 
1) L’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti non è stato assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
 
L’aggiornamento del Piano ha seguito un iter frettoloso, irragionevole e contraddittorio, in aperto contrasto con la normativa sovranazionale, nazionale e regionale.
Tali normative stabiliscono infatti che i Piani di gestione dei rifiuti debbano essere sottoposti obbligatoriamente a VAS per assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile. Nello specifico la VAS ha lo scopo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali, assicurando che il piano sia coerente e contribuisca alle condizioni per uno sviluppo sostenibile (art. 4 D.Lgs n. 152/2006).
Alla procedura obbligatoria di VAS la Regione Sardegna ha preferito, in modo irragionevole e strumentale, in contrasto con le norme di legge, la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS, che si è conclusa, ancora una volta con troppa disinvoltura e speditezza, con un giudizio di non assoggettabilità.
 
2) La procedura di verifica di assoggettabilità a VAS posta in essere dalla Regione presenta marcati e plurimi profili di illegittimità.
 
Il Servizio Valutazioni Ambientali (SVA) della Regione Sardegna non ha coinvolto tutti i soggetti competenti in materia ambientale che obbligatoriamente dovevano essere convocati, come previsto dalla stessa normativa regionale, recante “direttive per lo svolgimento delle procedure di Valutazione Ambientale”. 
Il responsabile del servizio SVA aveva fissato il termine per l’invio di eventuali osservazioni da parte dei soggetti competenti in materia ambientale entro il trentesimo giorno a partire dal 19.11.2016. Poiché il parere di non assoggettabilità a VAS è stato esitato in data 6.12.2016, ben 12 giorni prima del termine, risulta evidente che il servizio SVA ha anticipato l’esito della verifica non consentendo a tutti i soggetti competenti in materia ambientale di presentare eventuali osservazioni entro i termini che lo stesso servizio aveva stabilito. 
Anche secondo il parere della Provincia di Nuoro sul procedimento di verifica di assoggettabilità a VAS sono ravvisabili irregolarità procedurali (mancata convocazione Enti gestione Parchi e enti locali) e istruttorie. Il Rapporto Ambientale Preliminare nella sostanza non conteneva tutti i dati e le informazioni sulle caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate e soprattutto sui rischi per la salute umana e per l’ambiente, come stabilito dall’allegato 1 del D,Lgs, 152/2006, e non forniva inoltre un quadro completo delle modifiche proposte nell’aggiornamento del Piano. Per questi motivi la Provincia aveva richiesto che venisse attivata la procedura di VAS.
 
3) Gli enti locali e i cittadini portatori di interesse sono stati esclusi dalla partecipazione alle nuove scelte dell’aggiornamento del Piano contrariamente a quanto previsto dalla normativa vigente.
 
I Comuni e le Unioni dei Comuni, quali principali attori deputati al raggiungimento degli obiettivi dell’aggiornamento del piano, e i cittadini portatori di interesse non sono stati coinvolti nelle fasi decisionali dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, come prevede la normativa europea e nazionale vigente.
La partecipazione dei cittadini portatori di interesse “nell’elaborazioni di taluni piani e programmi in materia ambientale”, tra i quali quelli in materia di gestione dei rifiuti, rappresenta uno dei tre pilastri (accesso alle informazioni, partecipazione e accesso alla giustizia) su cui si fonda la normativa comunitaria e nazionale nei processi decisionali in materia ambientale.
Tali disposizioni stabiliscono che la partecipazione del pubblico non solo deve essere assicurata ma deve avvenire in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili.
 
L’intera procedura di aggiornamento del Piano e le numerose illegittimità che a nostro avviso la accompagnano, dimostrano come la Giunta regionale abbia continuato a perseguire una strategia di totale e colpevole chiusura nei confronti dei cittadini, dei Comitati, delle Associazioni interessate e degli stessi Enti locali a vario titolo chiamati a svolgere un ruolo nel sistema regionale di gestione dei rifiuti. Neanche la chiara e sonora bocciatura del Tar Sardegna, che aveva annullato gli atti amministrativi del revamping di Tossilo, ha modificato questo atteggiamento di chiusura portando a un ulteriore peggioramento del quadro programmatico regionale.
Il Comitato Non Bruciamoci il Futuro e l’Associazione Zero Waste Sardegna auspicano che il Tar Sardegna possa accogliere le motivazioni del ricorso e che si possa aprire così una nuova fase in cui si garantisca il diritto dei cittadini a partecipare alle scelte che incidono sulla qualità della loro vita,  sulla loro salute e sulla salubrità del territorio in cui vivono.