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L'adroterapia, cura innovativa per i tumori resistenti alla radioterapia tradizionale e non operabili, entra definitivamente a far parte delle terapie offerte dal Sistema Sanitario Nazionale: lo prevede il decreto ministeriale sui nuovi Livelli Essenziali d'Assistenza, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. L'adroterapia è una forma avanzata di radioterapia, che al posto dei raggi X e degli elettroni, utilizza fasci di protoni e ioni carbonio, più efficaci nel colpire i tumori che resistono alla tradizionale radioterapia e non sono operabili. I fasci sono capaci di spezzare con maggiore forza il Dna delle cellule tumorali e impedire loro di riprodursi. Fino a oggi le cure con adroterapia erano erogate solo all'interno del Sistema Sanitario Regionale di Lombardia e Emilia Romagna. I pazienti provenienti da altre regioni potevano accedere alle cure solo dopo l'autorizzazione della propria Asl. ''Stimiamo che nel nostro Paese ci siano almeno 4500 pazienti oncologici ogni anno che necessitano dell'adroterapia come migliore risposta terapeutica alla loro malattia'', spiega il presidente della Fondazione Cnao, Erminio Borloni. La Fondazione Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, ha già trattato con adroterapia oltre 1200 pazienti italiani e stranieri. E' uno dei soli 6 centri al mondo capaci di effettuare trattamenti di adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio. Il decreto sui nuovi Lea prevede trattamenti di adroterapia (protoni e ioni carbonio) per dieci tipi di tumore. I fasci di protoni e ioni carbonio sono prodotti da un acceleratore di particelle (sincrotrone), simile a quelli del Cern di Ginevra, alla cui realizzazione hanno lavorato 600 aziende e a cui hanno collaborato numerosi enti tra cui Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), le Università di Pavia e Milano, il Politecnico di Milano e il Cern di Ginevra.