Ha stupito in tanti, nei toni, l’attacco di Attilio Fontana, presidente della Lombardia, ai danni di Alessandra Todde sul tema dell’autonomia differenziata. La presidente della Sardegna ha prontamente risposto, smontando i toni utilizzati dal collega lombardo.

Le parole di Fontana? Si qualificano da sole. Se pensa davvero di spaventarci usando attacchi personali o cercando di screditare il lavoro di 5 Regioni e di tutto il coordinamento contro l’Autonomia differenziata, si sbaglia enormemente. Contrastare chi cerca di annacquare la specialità della Sardegna – sottraendogli risorse – non serve a ricercare consenso, ma è una presa di posizione chiara e netta contro una riforma che crea confusione, divide il Paese, impoverisce il Sud, le Isole e prende in giro il Nord. Fontana non si preoccupi dei sardi e la smetta di tentare di dare lezioni: non accetteremo mai una riforma che ci indebolisce togliendo risorse essenziali alla Sardegna”.

Al fianco della presidente si schiera anche il senatore Marco Meloni del Partito Democratico.

“Il presidente della Regione Lombardia Fontana, che critica la Presidente Alessandra Todde e il Consiglio regionale della Sardegna per la richiesta di referendum abrogativo sulla Legge Calderoli, merita una risposta chiara e netta: pochi mesi fa noi sardi abbiamo votato per chi difende i nostri diritti e per mandare a casa un presidente sardo-leghista che aveva svenduto la nostra terra, aderendo a un disegno che la condanna definitivamente al sottosviluppo. Fontana finge di non sapere che l’autonomia differenziata, consentendo alle regioni più ricche di trattenere le risorse per le nuove funzioni trasferite alla loro competenza, sottrarrebbe enormi fondi allo Stato centrale da utilizzare per il riequilibrio a favore delle regioni in ritardo di sviluppo e per la gestione delle politiche pubbliche essenziali, quali anzitutto sanità e scuola. Per noi sardi, e per gli italiani che risiedono in regioni che storicamente soffrono un deficit di investimenti, si tratta proprio di una battaglia di vita e di morte, per non cancellare la speranza di un futuro in cui possiamo essere uguali persino a chi risiede nella sua Varese”.

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