(Foto credit: Jessica Pileri)

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Anche quest’anno la tappa di Su Loi rappresenta il fulcro delle celebrazioni di Sant’Efisio per Capoterra. Un paese in festa ha accolto questo pomeriggio il santo, tra chi lo ha seguito lungo il tragitto nella Sulcitana e chi lo ha aspettato nell’ampio piazzale antistante alla chiesa, vero e proprio monumento del cuore per tutti i capoterresi.

La struttura nasce ai primi del Novecento come parte di un’azienda agricola, per poi trasformarsi in edificio di culto a disposizione della piccola comunità che si stava creando nelle nascenti lottizzazioni. Nel corso degli anni ’70 inizia la rapida espansione dell’hinterland di Capoterra, così la piccola cappella ben presto risulta non più sufficiente ad ospitare tutti i fedeli.

Nel frattempo nasce la parrocchia Beata Vergine Maria Madre della Chiesa e a Frutti d’Oro viene edificata una nuova e più capiente chiesa negli anni ’80. Da allora la cappella di Su Loi ha svolto una funzione più rappresentativa che pratica, ma restando sempre legata al pomeriggio del primo maggio, quando tutta Capoterra si ferma per accogliere il carro con il Martire guerriero.

Un momento di devozione che dal 1984 ha avuto una guida speciale: Don Battista Melis, da 40 anni esatti il punto di riferimento spirituale per tutta la comunità. Al di là della liturgia, però, il primo maggio a Su Loi è anche un importante momento di ritrovo per famiglie, giovani e anziani.

Le bancarelle con i loro profumi, le passeggiate con vista sul mare all’ingresso di Torre degli Ulivi, gli abiti della tradizione, impreziosiscono la cornice unica di convivialità che si respira in questa speciale tappa di Sant’Efisio. Generazioni di capoterresi hanno partecipato alla festa da bambini, magari facendo i capricci per avere lo zucchero filato o qualche giocattolo visto sui furgoni dei venditori presenti, per poi ritrovarsi loro stessi a portare i propri figli in giro per la piazza, in una dinamica che col passare degli anni è rimasta intatta.

La festa di Su Loi è molto più di un evento legato alla devozione. È il momento in cui Capoterra, storicamente frammentata per la sua conformazione territoriale, trova la sua vera unità.

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