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Dai 3 milioni nel 2017 per le borse di studio destinate agli universitari si passa a 13 milioni. Si sommano poi i contributi statali, più i fondi europei. Totale: una stima di circa 40 milioni di euro a disposizione dei ragazzi, soprattutto per i fuori sede. I beneficiari passano da 8.760 a circa 9.500. Ma aumentano anche gli importi per ogni singola borsa. Con grande soddisfazione degli studenti. E in tutta questa manovra va considerato l’allargamento dell’Isee da 20mila a 23mila euro.

Un meccanismo che consentirà l’ampliamento della platea di chi può avere sostegno allo studio. Le novità contenute in una recente delibera di Giunta sono state presentate dal governatore Francesco Pigliaru e dall’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Dessana, presente la rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo. “Abbiamo bisogno di persone che sappiano dare del tu al cambiamento – ha spiegato il presidente della Regione – Scuola e università devono fare sempre di più: fermarsi è impossibile. Gli atenei devono attrarre le nuove generazioni e formare giovani preparati e competenti. L’università deve dare la percezione di qualità e i ragazzi devono resistere alla tentazione di andare via. Stiamo facendo il possibile – ha assicurato Pigliaru – perchè molti dei migliori restino in Sardegna e che non si rinunci ad andare all’università”.

Per l’assessore Dessena “quest’anno si è registrato un salto qualitativo delle risorse investite”. Soddisfazione anche da parte della rettrice Del Zompo. “Tutto questo non era scontato – ha detto – i ragazzi hanno tenuto duro e la Regione dimostra coraggio: i risultati si vedranno nel tempo”. Una vittoria anche per gli studenti. “E’ un risultato storico – ha commentato Matteo Vespa, coordinatore di UniCa 2.0 – raggiunto dopo dieci anni di battaglie per il diritto allo studio, di pressioni sulla Regione e di rappresentanza in questi anni all’interno del Cda dell’Ersu. L’importanza dell’estensione degli idonei alla borsa di studio si è dimostrata nell’incremento del Fis di quest’anno assegnato alla Sardegna, grazie alle buone pratiche che hanno inciso sulle risorse distribuite dallo Stato alle Regioni per il diritto allo studio”.