Accusati e rinviati a giudizio per resistenza a pubblico ufficiale, lunedì 9 aprile verranno processati due militanti di Sardigna Natzione per essersi opposti pacificamente a coloro che “con le divise della legge stavano togliendo ai poveri per dare ai ricchi, togliendo i beni e la serenità alla famiglia Spanu per arricchire uno speculatore che approfitta della malasorte delle aziende messe in crisi da un sistema vessatorio che non da scampo”, racconta Bustianu Cumpostu leader di SNI.
Le chiamate a giudizio sono relative al momento in cui i due militanti di SNI Zoe Aramu e Piero Argiolas “tentavano pacificamente di manifestare contro l’arresto di Efisio Lubrano, anche lui militante di SNI, cercando di ritardare il transito della volante della polizia nella quale avevano caricato l’arrestato”.
“Questa chiamata a giudizio è una vera vergogna per l’apparato giudiziario dello stato – e prosegue – di uno stato che vuole togliere anche la speranza a chi, vedendo crollare la propria azienda e la propria vita, sperava sul sacrificio e sulla solidarietà di persone, pensati forse come angeli custodi, pronte ad alzarsi alle 5 del mattino per presidiare e custodire il futuro delle tante famiglie Spanu e dell’unica risorsa per sostenerle”.
“SNI, che ha propri militanti tra i denunciati e chiamati a giudizio, non si farà intimidire e porterà la sua battaglia nelle aule giudiziarie. Ogni udienza sarà un giorno di vergogna per l’apparato ‘ingiustiziario’ dello stato, non solo chiederemo che i rinviati a giudizio siano dichiarati pienamente innocenti, ma che venga loro riconosciuto di aver agito a fin di bene e di giustizia in protezione di una famiglia che quel giorno veniva espropriata dei beni e della dignità. Che venga riconosciuto loro di aver tolto tempo alle proprie famiglie ed il proprio lavoro per dare conforto e speranza a chi non può sperare sulla legge e sulla giustizia dello stato vessatore. – continua poi – La solidarietà di SNI sarà fattiva non solo per i propri militanti, ma per tutti i denunciati, che nulla di illegale hanno fatto se non avere resistito passivamente e avere chiesto a gran voce che quella ‘spoliazione’ vergognosa finisse”.
“Chi ha emesso le denunce e i rinvii a giudizio ha commesso una gravissima ingiustizia, non solo morale, perchè non ha capito che siamo tutti, compresi loro, vittime di un meccanismo infernale che mette tutti contro tutti pur condividendo la stessa idea del ‘giusto’ , e giusto sarebbe stato prendere atto del contesto in cui si è consumato ‘su isrobu’ alla famiglia Spanu ed evitare di alimentare il meccanismo infernale con denunce e atti giudiziari che chiamano a decidere su una giustizia che giustizia non è – e conclude – la resistenza di Zoe e Piero e anche dell’altro rinviato a giudizio, Vincenzo Bodano, è stata assolutamente passiva e abbiamo anche le prove filmate”.