In Sardegna nasce il “Polo dell’Autodeterminazione”, nuovo raggruppamento dell’area identitaria che comprende i Rossomori, l’associazione Sardos, i partiti indipendentisti Liberu, Irs e Sardigna Natzione, e i tre movimenti – Gentes, Comunidades e Sardegna Possibile – che nel 2014 avevano sostenuto la candidatura di Michela Murgia alla presidenza della Regione. Il consigliere regionale dei Rossomori, Emilio Usula, sarà il riferimento operativo e politico del nuovo soggetto nell’Assemblea sarda; portavoce designato dai rappresentanti delle otto formazioni è invece l’ex direttore dell’Unione Sarda, Anthony Muroni.
Suo il compito di illustrare obiettivi del nuovo schieramento “alternativo rispetto al quadro politico italiano, per un progetto – ha sottolineato – aperto e destinato a durare nel tempo e fondato sui valori della democrazia, del progresso, della solidarietà, della crescita economica e etica, della non violenza, dell’integrazione e dell’accoglienza”. Non è prevista “la collaborazione con i partiti italiani, né ci alleeremo con le coalizioni del falso bipolarismo italiano, perché i partiti del centrodestra e del centrosinistra non contemplano l’autodeterminazione dei sardi”.
Il portavoce non ha escluso la partecipazione alle imminenti elezioni politiche, anche perché “il Rosatellum non comporta l’obbligo del superamento di alcuna soglia di sbarramento per l’attribuzione dei seggi nei collegi uninominali”. Di sicuro, “siamo convinti che il crescente fenomeno dell’astensionismo possa trovare un freno davanti ad un’offerta politica diversa e alternativa”. Non sono mancate critiche verso la Giunta Pigliaru, in particolare “sulla vertenza entrate e per gli accantonamenti ha dimostrato di non essere dalla parte dei sardi”, e verso la classe politica in generale, colpevole di “non aver saputo salvaguardare gli interessi dei sardi nel complicato rapporto tra Stato e Regione”.