Gramsci dalla Sardegna al mondo, di nuovo in versione export con una “invasione” culturale anche in Africa. Università di Cagliari e Casa museo Antonio Gramsci insieme per diffondere la conoscenza della figura e del pensiero dell’intellettuale sardo autore dei Quaderni dal carcere. Il protocollo è stato firmato oggi dalla rettrice Maria Del Zompo e dal presidente della Fondazione Giorgio Macciotta. Una sigla che è logica conseguenza dello studio dei ricercatori dell’ateneo, in particolare di quelli impegnati nel Gramscilab.

Fino a domenica prossima, ad esempio, un gruppo di studenti è a Tunisi una settimana di formazione nell’ambito di un progetto promosso dal dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni e dal GramsciLab. Previsto per febbraio il soggiorno a Cagliari di sei studenti dell’Università di Jendouba. “La dimensione internazionale – ha detto Del Zompo – è confermata dall’attenzione prestata da governi di tutto il mondo al suo pensiero preso come modello e spesso applicato anche concretamente”. Studi e laboratori gramsciani sono già attivi negli atenei.

Ma l’obiettivo è quello di confermare e rilanciare con progetti di ricerca e attività formative. Anche nell’ambito della museologia e dell’innovazione tecnologica applicata ai beni culturali. E persino ai “paesaggi gramsciani”, i luoghi frequentati dal pensatore di Ales. Tra le possibilità anche quelle di istituire premi o borse di studio, attività di tirocinio, seminari e iniziative congressuale. “A Ghilarza – ha ricordato Macciotta – c’è il secondo posto al mondo con una postazione che consente di consultare la versione digitale dei Quaderni. E sono tante le persone che si soffermano a leggere e studiare queste pagine così importanti per la la nostra cultura”.