La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, visto l’imminente discussione in Consiglio del Piano di riordino della rete ospedaliera sarda, ha indetto una manifestazione per il 7 settembre a Cagliari. Nello stesso tempo, è trapelato che di fronte alle inadempienze della Giunta Pigliaru, che ancora una volta disattende agli impegni assunti con i pastori il 2 agosto, il MPS avrebbe in fase di programmazione nuove azioni di lotta per settembre.
Riteniamo che il 7 sia un’occasione naturale per avviare il processo di unità dei sardi.
Nessuno di noi è più disposto a subire passivamente le angherie della classe dirigente più “savoiarda” che sarda. Per tale ragione dobbiamo scendere tutti uniti in piazza, per dire una volta per tutte che per noi è scaduto il tempo di “mendicare i nostri diritti”.
Siete e siamo tutti sul piede di guerra. Per noi sardi non c’è tregua, non esiste la stagione delle lotte o gli “autunni caldi”. Da noi è sempre guerra per la sopravvivenza. Ciò che si sta decidendo sulla nostra Terra, giorno dopo giorno, è all’insegna della devastazione del territorio con le sue economie e del genocidio di un Popolo.
Sul fenomeno dello spopolamento e della desertificazione in Sardegna, la politica si riempie solo la bocca, senza far nulla per evitare l’esodo dalle campagne con l’abbandono delle attività produttive. I numeri dicono che su 377 comuni sardi, in 304 i decessi superano le nascite. Ciò significa che sta scomparendo un popolo sotto l’indifferenza generale.
Deve morire la pastorizia e devono morire i sardi, tanto grandi sono gli interessi a noi estranei per il nostro territorio. Oggi come ieri, tutte le scelte della nostra classe dirigente, a Cagliari come a Roma, vanno in quella direzione.
La decisione di chiudere interi servizi sanitari nelle città, svuotare sino a sopprimere gli ospedali dei territori disagiati della Sardegna, così come prevede il “Piano di riordino della rete ospedaliera sarda”, porta in modo inevitabile alla privatizzazione della Sanità. Stanno consegnando il Sistema Sanitario pubblico nelle mani delle lobby private. Solo i sardi che avranno i soldi potranno curarsi.
Ancora non si ha la percezione di cosa significhi, per noi, sempre più poveri, la negazione del diritto ad essere curanti bene e gratuitamente.
E’ ora di dire Basta a chi sta dividendo il Popolo sardo. La lotta dei pastori è una lotta di tutti i sardi per la difesa delle nostre economie e del reddito di migliaia di famiglie. La Sardegna non può esistere senza la preminenza delle attività agropastorali, così come il Diritto ad una Sanità Pubblica di qualità e accessibile in tutti i territori è irrinunciabile per tutti noi. L’Unità dei sardi passa attraverso l’unione delle nostre lotte per il diritto alla sopravvivenza e al miglioramento delle nostre condizioni di vita economica, sociale e culturale.
La soluzione dello spopolamento e della desertificazione dei nostri territori è funzionale a chi vorrebbe nella nostra Isola il deposito unico delle scorie radioattive. La stessa rivisitazione e riproposizione dell’inutile, obsoleto e presto fuorilegge gasdotto Galsi, seppur sotto altre targhe, mira anch’esso allo sconvolgimento dell’ambiente naturale creando nuove servitù e sottraendo la terra a chi la lavora.
Neppure i Savoia sono stati capaci di tanto. Uniti possiamo vincere e per questa ragione la manifestazione del 7 settembre a Cagliari deve essere un momento di grande unità e forza dei sardi.
Claudia Zuncheddu – portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica